Roma, 21 maggio – Il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, ha commentato il Rapporto annuale diffuso oggi dall’Istat, sottolineando come i dati confermino le preoccupazioni del sindacato: “L’economia italiana è in stallo, i salari sono calati del 10,5% negli ultimi cinque anni, i giovani vivono nella precarietà e cresce il fenomeno dei lavoratori poveri. È in questo scenario che i referendum dell’8 e 9 giugno assumono un’importanza cruciale: rappresentano un’occasione per restituire ai cittadini il diritto di incidere sulla propria condizione”.
Secondo Landini, il lieve contenimento del calo salariale nel 2024 è dovuto al rinnovo di alcuni contratti collettivi nazionali, ma la situazione resta critica: la produttività del lavoro è diminuita del 2% rispetto all’anno precedente, e l’occupazione cresce solo tra gli over 50, a causa dell’invecchiamento della popolazione e del prolungamento dell’età lavorativa. I giovani continuano a pagare il prezzo più alto: oltre un terzo di quelli sotto i 35 anni, così come un quarto delle donne, ha un contratto a termine o un part-time involontario.
“La povertà assoluta – aggiunge Landini – colpisce 5,7 milioni di persone, e si espande anche tra chi ha un lavoro: sempre più persone non riescono a garantirsi una vita dignitosa nonostante l’occupazione. È un fenomeno ormai strutturale, come evidenziato dai dati Istat”.
Il segretario Cgil evidenzia anche l’aspetto demografico: “La popolazione continua a calare, e il vero problema non è l’immigrazione, ma l’emigrazione dei giovani italiani”.
Per questo, conclude Landini, “la campagna referendaria mira a restituire voce ai cittadini, aprendo una nuova fase in cui i diritti, soprattutto quelli delle nuove generazioni, tornino al centro dell’agenda politica”.